Necessità dell'uso di una miscela di sali remineralizzatori
Il successo nel mantenimento delle specie animali e vegetali allevate in acquario è comprensibilmente correlato al pieno soddisfacimento in vasca delle loro necessità vitali.
Il primo e fondamentale passo in questa direzione è costituito dalla capacità dell’appassionato di garantire acqua dalle caratteristiche (bilancio ionico, pH, conduttività) ideali.
A riguardo va osservato come l’utilizzo dell’acqua di rubinetto sia, salvo rarissimi casi, non ottimale o addirittura non idoneo per una serie di possibili motivi:
• Valori non ottimali dei principali indicatori (Alcalinità, Durezza, pH, Conduttività etc.)
• Bilancio minerale non ottimale/scorretto (non ottimali/scorretti rapporti tra i singoli ioni)
• Presenza di ioni non voluti o contaminanti (Silicati, Vanadio, Fluoruri, Fosfati, Nitrati etc.)
• Variabilità della composizione (in particolare in determinati periodi dell’ anno e/o in funzione delle manutenzioni condotte dall’acquedotto e dalla sua gestione delle fonti idriche di approvvigionamento).
Nonostante tutti gli organismi animali e vegetali abbiano una certa capacità di adattamento (specie specifico), va dunque rimarcato come chiunque si approcci oggi all’acquariofilia in maniera seria o professionale non possa prescindere dall’utilizzo di un impianto demineralizzatore (generalmente ad osmosi) che gli garantisca di potere disporre in partenza di acqua demineralizzata a bassissima conduttività (idealmente sotto i 10 microSiemens/cm).
Si presenta quindi la necessità di reintegrare questa acqua ormai pura con dei sali minerali in maniera tale da pervenire ad un'acqua dalla chimica stabile e perfettamente in linea con i bisogni degli organismi allevati.
Parametri importanti per la valutazione di una miscela di sali remineralizzatori
La realizzazione di una miscela di sali di reintegro per l’acqua demineralizzata è subordinata a diversi vincoli e restrizioni, inerenti prevalentemente:
• Bilanciamento ionico-Conduttività
La conduttività risultante dopo il reintegro dell’acqua assume un carattere molto importante per l’assorbimento ed utilizzo dei singoli ioni presenti.
A parità di concentrazione apportata di elementi nutritivi il mix di sali di reintegro sarà tanto migliore quanto più bassa sarà la sua conduttività.
Questo perché in condizioni di più bassa conduttività, l’utilizzo dell’acqua da parte delle piante sarà migliore, l’assorbimento dei nutrienti sarà più efficiente, la possibilità di interazione ed antagonismo degli ioni sarà inferiore, si avrà maggiore possibilità di dosaggio di ulteriori nutrienti (per es. Nitrati e Fosfati) nonché maggiore disponibilità di tempo prima che la conduttività raggiunga valori sufficientemente elevati da richiedere un cambio d’acqua.
La crescita dei vegetali acquatici ne risentirà in conseguenza.
Il livello di conduttività raggiunto (sempre a parità di concentrazione di elementi nutritivi) rappresenta quindi il metro di giudizio principale nella valutazione di una miscela di sali, ovvero nella comparazione tra due o più di essi.
• Igroscopicità
Un buon prodotto deve presentare una igroscopicità che sia la più bassa possibile (idealmente nulla).
Questo è un parametro estremamente importante, perché l’assorbimento di umidità da parte dei sali li rende difficilmente gestibili per via del compattamento e ne rende impreciso il dosaggio per via della alterazione del peso specifico.
Può causare inoltre reazioni chimiche non volute tra i costituenti del mix.
• Solubilità
È corretto affermare che la solubilità, in generale, si pone su di un piano conflittuale rispetto al corretto bilanciamento ionico.
Generalmente infatti una maggiore (o immediata) solubilità si può ottenere soltanto introducendo o incrementando l’uso nella miscela di sali a maggiore igroscopicità oppure incrementando (oltre il loro reale fabbisogno) la quota di alcuni anioni utili (es. Cloruri) o introducendone di non necessari (es. Sodio).
Ognuna di queste strategie (separatamente o congiuntamente) si ripercuote però inevitabilmente sulla stabilità del preparato e, quel che è peggio, sul suo bilanciamento ionico e sulla conduttività risultante (aumentandola), conseguentemente, sulle sue capacità nutrizionali e sui risultati ottenibili.
Una buona miscela di sali deve quindi rappresentare un buon compromesso tra solubilità e buon bilanciamento ionico.
Macro e Mesoelementi essenziali e loro ruolo in fisiologia vegetale
PhytaGen S1 Planta fornisce tutti i meso-elementi essenziali per le piante.
Inoltre e’ presente il macro-elemento Potassio; che è bene sia sempre presente in acqua con concentrazioni bilanciata rispetto a Calcio e Magnesio.
Più in dettaglio, le funzioni nella biologia dei vegetali degli elementi presenti in S1 Planta possono essere riassunte come segue:
• Potassio:
Funzionamento enzimatico; produzione di ATP a scopo energetico; sintesi di proteine ed amidi; assorbimento di oligoelementi.
• Calcio:
Struttura e membrane cellulari; funzionamento enzimatico ed ormonale; regolazione dell’assorbimento di altri ioni essenziali.
• Magnesio:
Costituente la clorofilla; sintesi di amminoacidi e proteine; assorbimento e traslocazione del fosforo; funzione enzimatica; utilizzo della ATP a scopo energetico;
• Zolfo:
Funzionamento di enzimi indispensabili nella produzione della clorofilla.
Necessario per il metabolismo dell’Azoto e la sintesi di amminoacidi e proteine; costituente di vari amminoacidi.
Per la sua presenza ed importanza viene ormai spesso considerato come il quarto macronutriente insieme a Potassio, Azoto e Fosforo.
• Cloro:
Fotosintesi ed osmoregolazione.
Sintomi da carenze e squilibri
I problemi relativi agli elementi costituenti di S1 Planta possono essere riassunti come segue:
• Potassio:
Data la facilità di traslocare questo elemento tra i vari distretti della pianta (elemento mobile) la pianta in carenza riesce a rimuoverlo dalle foglie più vecchie per fornirlo alle giovani.
La sua carenza si manifesta quindi dapprima nelle foglie mature.
Queste si presentano con aree giallastre più o meno ampie che evolvono in buchi circondati da aree necrotiche.
Tipica delle Hygrophyla è la presenza di buchi rotondi sulle foglie mature.
Se la carenza si protrae la pianta perde le foglie a partire dalle più vecchie.
Se la carenza non viene corretta anche le foglie giovani vengono in ultimo interessate, presentandosi piccole e clorotiche.
• Calcio:
Poiché il calcio è un elemento che viene accumulato prevalentemente nelle pareti cellulari (ruolo strutturale) non può essere rimosso e ritraslocato all’interno della pianta (elemento immobile).
Conseguentemente la sua carenza si manifesta dapprima sulle foglie giovani.
Queste si presentano piccole e deboli, spesso con struttura danneggiata (contorte) e generalmente a partire dalla punta.
Se la carenza si protrae gli apici vegetativi muoiono.
• Magnesio:
Data la facilità di traslocare questo elemento all’interno dei tessuti della pianta, la sua carenza si manifesta dapprima sulle foglie mature (elemento mobile).
Queste si presentano con aree clorotiche estese; in particolare nel tessuto tra le venature.
Se la carenza si protrae le foglie si assottigliano e si sfaldano tra le venature, presentando degli squarci frastagliati (tipici in piante a foglia larga e sottile come ad esempio in Rotala macrandra).
La carenza protratta arriva poi ad interessare anche le foglie giovani che si presentano piccole e pallide per incorretta fotosintesi (in cui il magnesio gioca un ruolo chiave).
• Zolfo:
Lo Zolfo può venire moderatamente ritraslocato all’ interno della pianta.
La pianta ha difficoltà a produrre proteine dall’ Azoto (ruolo chiave dello zolfo).
La sua carenza si manifesta con una perdita di vigore ed un ingiallimento generalizzato.
• Cloro:
Il Cloro può venire facilmente traslocato all’interno della pianta. La sua carenza si manifesta con clorosi e necrosi a partire dalle foglie mature e più evidente lungo i bordi e gli apici.